“Serpents and Saviors” – Tony Logue (2018)

Ormai è certo in Kentucky le montagne, l’aria e l’acqua hanno qualcosa di magico, qualcosa che penetra le anime di alcune persone e le rendono artisti migliori. Questo stato è una vera fucina di talenti, un’ispirazione per il country indipendente, la musica da e per il popolo, lavoro duro, natura che avvolge e sentimenti forti. In Kentucky ormai lo sapete sono nati Chris Stapleton, Tyler Childers e tanti altri e sonno ispirazione per giovani musicisti che hanno quel qualcosa dentro che solo la musica riesce ad esprimere. Ecco Tony Logue è un ragazzo che si accoda con merito ai tanti artisti della sua terra e lo fa con una voce intensa e un’abilità narrativa notevole, non si inventa nulla qui ma si suona e canta con credibile qualità. Nel 2018 deciso che sarebbe diventato un cantante, il nostro Tony prende la decisione che qualsiasi artista che tenta questa strada, deve prendere negli Stati Uniti e cioè si reca a Nashville. La capitale della musica americana è la fucina soprattutto del country ma non solo e nella sua parte non rovinata da lustrini e serate di gala, da l’opportunità a giovani speranzosi di mettersi in mostra e produrre musica. Così grazie al produttore Brandon Henegar negli studi House of David, Logue con l’amore per lo Springsteen di Nebraska e con nelle orecchie le canzoni di Childers e dei cantastorie indipendenti, ci regala questo esordio di 11 splendidi pezzi acustici. Ci sono tutti gli ingredienti per diventare un disco amato dalla gente che lavora duro e che si sente protagonista delle storie che escono dagli speaker, come nella prima ballata The Storm, non c’è bisogno di altro solo lui la sua chitarra e le storie come davanti ad un falò. Bellissima e molto western Deadwood, forse una delle mie preferite, un racconto che starebbe benissimo in un disco del grande Colter Wall di cui possiede l’anima quasi gotica delle storie del far west. Perfetta poi la prestazione vocale, da una voce così sentire raccontare queste storie è ancora più bello. Anche la successiva Jenny Ridge è una bella cavalcata acustica che prende ispirazione dall’amore di Tony per lo Springsteen acustico, ne prende la malinconia e la durezza delle storie, raccontarle solo chitarra e voce non è facile ma lo fa sembrare così. Ci sono anche storie d’amore venate di tristezza di lotta contro la brutta malattia come in The Girls From Dead Horse Hollow, non sappiamo se siano storie vere ma prendono lo stomaco e sono narrate con coraggio, non sono argomenti facili e di sicuro non argomenti da radio patinate. Ma proprio per questo ci piacciono, si ascolta si pensa ci si commuove, è questa la vera anima del country indipendente. Non facile ma unico. Un esordio convincente che è stato poi seguito nel 2019 da uno splendido live dal Red Barn Radio (anche Tyler Childers quando mosse i primi passi fece uscire lo stesso live) intenso e veramente bellissimo. Auguriamo a Tony Logue di proseguire questa carriera appena agli inizi ma che promette benissimo, speriamo magari che decida di produrre un disco con una band alle spalle che valorizzerebbero la sua splendida voce e la sua abilità di cantautore, ma fidatevi anche solo con la sua ugola e la sua sei corde, se amate il folk, il country e i sentimenti forti in questo esordio troverete pane per i vostri denti. Come sempre, viva il country indipendente!

Buon ascolto,

Trex Willer

(potete trovate la versione inglese dell’articolo a questo link : https://www.trexroads.com/serpents-and-saviors-tony-logue-2018-2/ )

Pubblicato da Trex

Sono un blogger e scrittore appassionato di musica indipendente americana. Scrivo gialli polizieschi e ho inventato il personaggio del detective texano Cody Myers.

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